Under by Giulia Gubellini

Under by Giulia Gubellini

autore:Giulia Gubellini [Gubellini, Giulia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2014-07-14T22:00:00+00:00


«Torna indietro» disse T.

F riavvolse il video. Schermo nero. Immagine.

T si accostò al computer e iniziò a scrivere il rapporto per la Sede Centrale.

Matteo raggiunge Beatrice nella sua cella.

– Hai preso l’ascia? – mormora.

Beatrice annuisce, e indica il materasso.

– Bene, è ora di un piccolo extra, se sei d’accordo.

– Cosa vuoi fare?

Il ragazzo si avvicina, le parla all’orecchio, con la chiara intenzione di non farsi sentire da noi. Beatrice si allontana sorpresa, sembra valutare l’idea. Annuisce. Insieme recuperano l’ascia nascosta sotto il materasso. Gli altri partecipanti dormono e loro stanno attenti a non svegliarli. Si dirigono insieme alla Sala Comune.

Ernesto è seduto al centro, di schiena all’entrata. Gioca con i lacci delle scarpe. Matteo fa un cenno a Beatrice, e la ragazza recupera i barattoli lasciati davanti alla porta della dispensa. Con l’accetta ne forzano l’apertura, e mangiano con voracità. Quando Ernesto alza la testa e li vede, Matteo gli lancia un pezzo di carne. Il ragazzino, dopo averlo mangiato, torna a giocare. Poi Beatrice raccoglie entrambi i barattoli vuoti e sparisce dall’inquadratura, diretta al dormitorio.

Matteo solleva l’ascia, la soppesa prima con una mano, poi con l’altra. La fa ruotare, e si ferma in una ridicola posa da arti marziali. Ancora Ernesto non lo nota. Matteo ridacchia, ma poi diventa serio. Fa un respiro profondo, saltella sul posto, raggiunge Ernesto. Nel frattempo carica il colpo. Si porta l’ascia fin dietro alla testa, come una mazza da golf. Poi colpisce con la precisione di un giocatore professionista. Si sente il crac della colonna vertebrale che si spezza. Crac. La testa non si stacca dal collo. Penzola in avanti e si appoggia al busto, che nel frattempo si è inclinato sulle gambe incrociate. Matteo è abbastanza veloce da allontanarsi dagli schizzi di sangue. Aspetta che si fermino. Allora solleva di nuovo l’ascia e la pianta nella schiena, la usa per sdraiare il corpo di Ernesto. Appoggia un piede vicino alla lama, si assicura di essere stabile, e sferra il calcio. La testa vola via, ruzzola sotto il lavandino, uno schizzo gli arriva su una guancia. Nel frattempo Beatrice è tornata, giusto in tempo per vedere il calcio di rigore. La ragazza si avvicina al lavandino, con due mani afferra la testa e la gira verso di sé. La lascia cadere. Appoggia la mano sul rubinetto ma poi ci ripensa (nota: le tubature sono molto rumorose, rischierebbe di svegliare gli altri). Controlla il secchio rosso usato per trasportare l’acqua nei bagni, e ne raccoglie un po’ dal fondo. Si avvicina a Matteo e gli pulisce la guancia. Indica la scarpa con cui ha calciato la testa, macchiata di sangue. Matteo alza le spalle.

– Ne prenderò una di Ernesto.



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